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Discussion in 'Sezione Italiana' started by Air-Base, Apr 3, 2017.

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  1. Jet-Jumbo

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    Bibo waakhond van Tilburg.
    Bij de voetbal club willem 2 en op het station van Tilburg.[​IMG] [​IMG]
     
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  2. embriaco

    embriaco User

    [​IMG]Il venerdì 13 è noto nella superstizione. Tu sei superstizioso? Recentemente hai incrociato un gatto nero o sei passato sotto una scala? La sfortuna potrebbe essere venuta da te. divertiti a seguire questi semplici passi per essere super superstizioso nei venerdì 13.
    Istruzioni
    1. La prima cosa per essere superstizioso nei venerdì 13, è non lasciare la tua casa. Non guidare, non volare, e addirittura, non attraversare la strada. E’ probabile che avvenga qualche incidente. Quindi, resta dentro casa tua!
    2. Ora che sei bloccato in casa, evita gli specchi! Rompere uno specchio, ti porterà, in un qualsiasi giorno normale, 7 anni di sfortuna, immagina quanta te ne potrebbe portare di venerdì 13!!
    3. Forse però ancora così non sei superstizioso. non ti sei applicato abbastanza. Perchè non prendi in considerazione gli avvenimenti passati in questo giorno? Basta accedere a Google e troverai un gran numero di eventi strani: alluvioni, incidenti aerei, morti dispari. Riguarda questi eventi e lascia che cresca la tua superstizione!

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  3. Jet-Jumbo

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  5. embriaco

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    Silvestro, gatto stratega

    Il gattone bianco e nero simpatico ma non troppo intelligente, ossessionato dalla cattura del canarino Titti appare nella sua forma attuale a fine marzo 1945, è quindi nato sotto il segno dell’Ariete per l’astrologia. Il suo nome Silvestro deriva dalla parola latina "silvestris" ed è il nome per definire il gatto selvatico.
    Con i nativi del primo segno dello Zodiaco ha in comune il comportamento istintivo, l’agilità quasi sportiva e la determinazione verso una meta precisa aldilà del fatto che diventi effettivamente un successo.
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    Il gatto stratega

    Potrebbe chiederti da mangiare anche 10 volte al giorno ma non è detto che sia davvero affamato, è più spesso interessato a richiamare la tua attenzione e riuscire ad ottenere qualcosa, magari anche solo giocare con te. E’ specializzato nel fare le cose vietate, anzi sono proprio quelle le cose fa per prime. E’ un gatto stratega perché riesce a fuggire dalla stanza dove l’hai chiuso oppure scappa via quando tenti di metterlo nella gabbia e non lo trovi più.
    Ariete - Il primo segno dello zodiaco

    E’ il segno che apre lo zodiaco e rappresenta per l‘astrologia non solo l’inizio di tutto ma la scoppiettante atmosfera primaverile, quella nella quale fiori e piante rinascono da un giorno all’altro senza chiederti il permesso. Per l’astrologia tradizionale il primo segno di fuoco è collegato ad Ares Marte, la divinità poco amata dai greci ma di principale importanza per i soldati dell’impero Romano. L’ariete ha bisogno di passione e di mete altrimenti si perde…
    Il selvatico Ariete

    Porta dentro di sé quello che resta dell’anima del gatto primordiale quindi selvatico, non ama le coccole ed essere perso in braccio ma neanche essere trattato come una persona. Anzi fa di tutto per farti capire che lui resta imprevedibile e che non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sua parte arcaica. E’ un ottimo cacciatore, se ha la possibilità di uscire ti porterà piccoli trofei e mi raccomando apprezzali non lo mortificare.
     
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  6. Jet-Jumbo

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  7. Jet-Jumbo

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  8. embriaco

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    Ake, il gatto olandese che prende il tram!

    Il suo nome è Ake e aspetta alla fermata del tram da dieci anni. “Sta aspettando il suo padrone defunto” pensano le persone che cominciano a leggere la sua storia, oppure “Non ha una casa?”. State tranquilli perché questa non è una storia triste, ma è il racconto di un micio che ama prendere il Tram a Rotterdam, in Olanda, e tornare a casa, sempre alla solita ora. La fermata è stata denominata “Tram Cat” e oramai è diventato un luogo da visitare per i curiosi, che appena riescono fanno selfie e fotografie con Ake. “Nessuno si permette di spostarlo o di cacciarlo. Tutti sanno che lui oramai comanda qui” dice con un sorriso divertito uno degli autisti del Tram. “Portano rispetto a questo gatto e anche se il suo umano ha tentato di trattenerlo, lui torna sempre qui e prende lo stesso tram ogni giorno”.

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    Ed è proprio così, perché l’umano di Ake ha provato di tutto per non metterlo in pericolo e fargli capire che deve stare vicino casa o nel loro giardino. Ake è innamorato di questa fermata e non c’è modo di fermarlo” – spiega il suo padrone ai giornali locali.
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    Sulla fermata c’è un’iscrizione che dice “Posto riservato al gatto bianconero” e tutti gli autisti sanno benissimo che Ake aspetta il loro tram, fa il giro consueto e poi torna indietro come se nulla fosse. “I miei colleghi lo mettono sul tram e stiamo attenti che faccia sempre ritorno dal suo padrone”, spiega un altro conducente.
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    “L’unico problema è che la gente dà del cibo ad Ake e questo non gli fa bene, perché soffre di una malattia allo stomaco molto rara” – racconta il suo padrone – “Ho messo un messaggio sulla mia bacheca facebook per non dargli del cibo e sembra che la gente mi ascolti”.
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    Ake continua a fare le sue tratte e i suoi viaggi in tram, contento e amato da tutti i cittadini di Rotterdam. Se passate di lì, salutatelo anche per noi!
     
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  9. embriaco

    embriaco User

    Rotterdam

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    Poes Ake wacht al 10 jaar bij tramhalte
    Selfie maken met de Trampoes - Foto: Vincent van Dordrecht
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    Marinka Wagemans
    14 SEP 2015
    Link
    Kater Ake, die nu al zo’n tien jaar bij de tramhalte Oude Plantage in Rotterdam-Kralingen op de tram wacht, wordt op het internet massaal geliefd. Sinds eind mei heeft het beestje zijn eigen Facebookaccount, waar reizigers met het dier op de foto gaan. Baasje Silke Reijngoud is nogal overdonderd door alle aandacht die het diertje krijgt: „Twee dagen geleden zei m’n moeder opeens tegen me: Ake heeft Facebook!”
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    Lees ook: Brandweer rukt uit voor kat zonder hoogtevrees
    Bizar, dat vindt het 23-jarige baasje van Ake. „Ik lees zelfs allemaal nieuwe dingen over hem, zoals dat hij soms ook een reisje maakt met de tram,” lacht ze. Het verbaast haar niet, want Ake is al eerder in een andere stad gevonden – of dat Den Haag of Leiden was weet ze niet meer precies. „En soms krijgen we opeens een telefoontje dat hij bij het dierenasiel zit. Hij ziet er nogal lamlendig uit, dus sommige mensen denken dan dat er iets mis is en brengen hem daarnaartoe."
    Lees verder na deze advertentieAdd Arrow
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    Likes stapelen zich op

    Het Facebookaccount van de kat had twee dagen geleden nog 200 likes, inmiddels zijn dat er bijna 5000. „Ik vind het heel leuk, maar ben ook een beetje bang dat het misgaat,” geeft zijn baasje toe. „Hij is al 13 jaar en wordt constant gevoerd, terwijl hij chronisch ziek is en alleen maar aangepast voer mag.” Ook is ze bang dat iedereen het dier gaat oppakken voor een foto: „Vijfduizend mensen vinden hem nu leuk: als die hem allemaal gaan oppakken, gaat hij ook van zich afbijten. Een kat in het nauw maakt rare sprongen.”
    Lees ook: Kat woont al vier jaar lang in supermarkt
    (function(d, s, id) { var js, fjs = d.getElementsByTagName(s)[0]; if (d.getElementById(id)) return; js = d.createElement(s); js.id = id; js.src = "//connect.facebook.net/en_GB/sdk.js#xfbml=1&version=v2.3"; fjs.parentNode.insertBefore(js, fjs);}(document, 'script', 'facebook-jssdk'));
    ’s Ochtends laat Silke haar kat naar buiten en in de loop van de avond komt hij weer terug. Of niet, maar dan halen ze hem ergens op. „Of mensen komen hem brengen, want hij is inmiddels wel bekend,” lacht Silke.
     
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  10. Jet-Jumbo

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  11. olandiano

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  13. embriaco

    embriaco User

    Il gatto europeo, detto anche celtico dal pelo corto, è una razza di gatto la cui varietà più nota è quella con il mantello tigrato (la forma più comune presenta striature nere su fondo marrone o beige e una "M" sulla fronte).

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  14. Jet-Jumbo

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  15. embriaco

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    Gatto di Alice nel paese delle meraviglie: chi è lo Stregatto?

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    Chi è il gatto di Alice nel paese delle meraviglie? Di sicuro sarai rimasto colpito da questa figura misteriosa e strana che è lo Stregatto. Ma da dove ha preso ispirazione Carroll per questo personaggio della sua favola di Alice? Lo Stregatto ha un significato allegorico? Perché sorride sempre? Cerchiamo di scoprirlo in questo articolo.

    Lo Stregatto

    Lo Stregatto è uno dei personaggi della favola Le avventure Alice nel paese delle meraviglie, scritta nel 1865 da Lewis Carroll , che è lo pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson, scrittore britannico, che nel 1871 scrisse anche “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.
    Lo Stregatto appare nella favola di Alice per la prima volta nel capitolo VI, dove si trova a casa della Duchessa, con la Cuoca e il Bambino, ma in questo frangente dimane semplicemente li a sorridere, anche se comunque è cosa abbastanza insolita per un gatto (avete mai visto un gatto sorridere come lo Stregatto?)

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    Alla fine del VI capitolo ritroviamo lo Stregatto appollaiato su un ramo nel bosco, dove sta passando Alice, con cui ha un dialogo affascinante e misterioso, che vedremo più avanti in questo articolo.Successivamente ritroviamo lo Stregatto nel VIII capitolo, presente solo con la sua testa che fluttua, sul campo da croquet della Regina, per poi scomparire.
    Lo Stregatto in Alice in Wonderland

    Come dicevamo, lo Stregatto appare già nel romanzo “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll , dove Alice si rivolge a lui con l’appellativo “Gatto del Chesire“.
    Nella traduzione italiana della favola a cura di Silvio Spaventa Filippi, del 1913, viene chiamato Ghignagatto, mentre in altre traduzioni italiane viene chiamato “Gatto Cesare“, a causa della assonanza con “Gatto del Chesire”.
    Appare poi nel 1951 nel film Disney “Alice in Wonderland“, famosissimo per il suo largo sorriso, ed in numerose trasposizioni letterarie, cinematografiche, fumettistiche, fino ad arrivare al famoso “Alice in Wonderland” del 2010 diretto da Tim Burton.
    Lo Stregatto è onnipresente, dunque, e contribuisce non poco all’alone di mistero della favola di Alice, anche se nel film Disney viene eliminata la sua apparizione a casa della Duchessa, puntando l’attenzione alla sua apparizione nel bosco.
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    Il Gatto del Cheshire
    Ma che cos’è il gatto del Chesire e perché Lewis Carroll chiama così lo Stregatto?
    Ai tempi di Carroll era comune il detto “Sorridere come un gatto del Cheshire” (To grin like a cheshire cat), ma le origini e il significato di questo modo di dire sono molto incerte.
    Il Gatto del Chesire non è una razza, ma un gatto leggendario che pare appaia nei racconti popolari antichi inglesi. Forse il personaggio trae ispirazione dalla leggenda del “Gatto Mammone“, un gatto demoniaco che spaventava le mandrie al pascolo con il suo aspetto terrificante e demoniaco (“Mammona” in antica aramaica è un termine associato al demonio).

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    Carroll, per descrivere le fattezze del suo Stregatto può aver preso ispirazione da rappresentazioni presenti nei luoghi dove ha vissuto, forse ad un intaglio sulla facciata della torre della chiesa di San Wilfrid, nel villaggio di Grappenhall Warrington, nel Cheshire, dove nacque Carroll.
    Stregatto: le frasi

    Le frasi più famose dello Stregatto di Alice sono quelle che pronuncia nella scena in cui è sull’albero, ed Alice passa nel bosco e lo vede, chiedendogli indicazioni sulla via da prendere. Le frasi dello Stregatto suonano emblematiche ma argute:
    “Micio del Cheshire, […] potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?”
    “Tutto dipende da dove vuoi andare,” disse il Gatto.
    “Non mi importa molto…” disse Alice.
    “Allora non importa quale via sceglierai,” disse il Gatto.
    “…basta che arrivi da qualche parte,” aggiunse Alice come spiegazione.
    “Oh, di sicuro lo farai,” disse il Gatto, “se solo camminerai abbastanza a lungo.”
    Alice sentì che tale affermazione non poteva essere contraddetta, così provò con un’altra domanda: “Che tipo di gente abita da queste parti?”
    “In quella direzione,” disse il gatto, agitando la sua zampa destra, “vive un Cappellaio: e in quella direzione,” agitando l’altra zampa, “vive una Lepre Marzolina. Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti.”
    “Ma io non voglio andare in mezzo ai matti,” si lamentò Alice.
    “Oh, non hai altra scelta,” disse il Gatto: “qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.”
    “Come lo sai che sono matta?” disse Alice.
    “Devi esserlo,” disse il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qua.”
    Alice non pensava che questo bastasse a dimostrarlo; ad ogni modo, andò avanti “E come sai di essere matto?”
    “Per iniziare,” disse il Gatto, “un cane non è matto. Concordi?”
    “Immagino sia così,” disse Alice.
    “Bene, allora,” il Gatto andò avanti, “vedi, un cane ringhia quando è arrabbiato, e scodinzola quando è felice. Io ringhio quando sono felice, e agito la coda quando sono arrabbiato. Quindi sono matto.”
    “Io lo chiamo fare le fusa, non ringhiare,” disse Alice.
    “Chiamalo come preferisci,” disse il Gatto […]​
    Non ti sembra il tipico discorso che potrebbe fare un gatto? un po’ bizzarro, un po’ misterioso, ma molto veritiero ed arguto.
    Per Alice lo Stregatto diventa un po’ un punto di riferimento, dato che capisce la sua arguzia, e anche se lo Stregatto si definisce matto, sembra essere la figura più sensata della favola.
    Lo Stregatto di Alice sembra avere una antipatia per la Regina, ma tutto sommato non prende le parti di nessuno nella favola, non aiuta particolarmente Alice, ma certo è che ci fa pensare e fa riflettere anche lei, con le sue frasi argute.
    Parla per enigmi e frasi misteriose, ma che se le leggiamo bene contengono la sua saggezza.
    Ecco in un video la scena del film Disney dove lo Stregatto ha questo confuso dialogo con Alice:
    Lo Stregatto quantistico
    Il gatto del Chesire, nella favola di Carroll, ha la capacità di scomparire prima con il corpo, lasciando visibile il suo sorriso, e poi sparire del tutto.
    Nella fisica quantistica, il nome di “gatto del Chesire quantistico” è stato dato come soprannome al più famoso ” gatto di Schroedinger”, che è preso a prestito per spiegare alcuni paradossi della meccanica quantistica.

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    Il sorriso dello stregatto
    Protagonista di uno studio teorico del 2013, lo Stregatto quantistico si manifesta: il gatto percorre un primo tragitto, mentre il suo sorriso si separa dal corpo per ricongiungersi a lui nella parte finale, si tratta di un esperimento con una tecnica chiamata “interferometria a neutroni.”
    Stregatto: significato

    La favola delle Avventure di Alice nel paese delle meraviglie nasconde molteplici significati, tanto da essere quasi una fiaba più per adulti che per bambini.
    Dalla caduta di Alice nel buco dell’albero, che può significare la perdita di coscienza che si ha prendendo sonno, e capita spesso di sentirsi cadere, in certi casi, alla fretta del Bianconiglio, con l’ansia degli adulti rispetto al fare mille cose ed essere sempre in ritardo, certo è che lo Stregatto, il gatto di Alice in Wonderland, potrebbe significare proprio il senso della vita, nel suo dialogo con Alice sulla direzione da prendere.


    La vita è proprio come la favola di Alice, una scoperta, con avvenimenti che ti cambiano, personaggi che incontri e che ti sembrano pazzi ma hanno una loro logica, e non importa che direzione prendi, se non sai dove vuoi arrivare, e dato che nella vita il futuro è incerto, non possiamo sapere a priori dove arriveremo, l’importante è prendere una via, e camminare!
     
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  16. Jet-Jumbo

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  17. embriaco

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    Come in ogni film di animazione Disney, anche in Cenerentola (1950) non poteva mancare un gatto, anche se come personaggio secondario.
    Lucifero è il gatto siberiano di Lady Tremaine, la matrigna di Cenerentola: le assomiglia molto in termini di personalità, testardo, infallibile e tremendamente malvagio. Ha la pelliccia nera e gli occhi verdi.
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    Nonostante Cenerentola sia dolce e gentile con lui, ad esempio dissuadendo il cane Tobia dal maltrattare il perfido gatto, egli non ricambia l’affetto ricevuto, anzi. Vuole a tutti i costi catturare Gas Gas, uno dei topolini amici di Cenerentola, quando questi deve portarle la chiave per liberarsi dalla prigione e correre per la prova della scarpetta perduta. Ma alla fine arriva Tobia che, con delle ringhiate, riesce a cacciare il gatto facendolo precipitare dalla finestra della stanza della ragazza, senza però farlo morire.
    In realtà Cenerentola non vuole bene al gatto, pur cercano di trovargli qualche lato positivo (non riuscendoci), ma per gli ordini ricevuti dalla matrigna lo deve trattare con gentilezza (lo chiama scherzosamente “Sua altezza” o “Maestà” per via del suo carattere snob).
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    SCENA QUATTRO
    PERSONAGGI: Cenerentola, matrigna, Anastasia, Genoveffa, Lucifero,
    topino 1
    Entra il gatto Lucifero.
    LUCIFERO (rivolto al pubblico)
    Salve, son Lucifero, un gatto blasonato,
    son gonfio, ciccione, pulito e ben curato.
    Son l'unico maschio di questa famiglia,
    son forte e veloce, nessuno mi piglia.
    Cenerentola sparecchia la tavola e mette tutto su un vassoio. Lucifero le
    taglia la strada e la fa cadere. Il gatto miagola.
    ANASTASIA
    Hai spaventato il mio povero gattino!
    Brutta, cattiva!... Povero coccolino!
    Anastasia accarezza il gatto.
    Ricordando Cenerentola
    7
    MATRIGNA (rivolta a Cenerentola che sta raccogliendo i cocci delle
    stoviglie)
    Buona a niente, brutta rimbambita!
    In pezzi è andata la mia tazza preferita!
    Indicando il gatto
    Senza cuore! Ragazza crudele!
    Non si tratta così un amico fedele!
    LUCIFERO (rivolto al pubblico)
    Son Lucifero, un gatto blasonato,
    son gonfio, ciccione, pulito e ben curato.
    Son l'unico maschio di questa famiglia,
    son forte e veloce, nessuno mi piglia.
    CENERENTOLA
    Madre, sorelle, vi chiedo scusa.

    http://lnx.ginevra2000.it/Disney/favole1/lucifer.jpg
     
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  18. Jet-Jumbo

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  19. embriaco

    embriaco User

    Figaro (Pinocchio)

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    Stiamo andando vecchia scuola con questo. Nel film classico Pinocchio, Figaro è dolce Tuxedo Cat di Geppetto. E `un po` immaturo e competitivo, ma in fondo, lui ha un cuore d`oro.


    Perché Walt Disney addolcì la Storia Originale di Pinocchio
    Published by Annalisa Lo Monaco on Nov 9, 2017


    Nel 1940 Walt Disney produsse quello che è considerato uno dei cartoni animati più belli della storia del cinema d’animazione: Pinocchio. La storia, così come viene raccontata nel film, è arcinota: Geppetto, un vecchio e povero falegname, decide di riempire la propria solitudine, alleviata fino ad allora solo dal gattino Figaro e dalla pesciolina Cleo, costruendo un burattino di legno che gli faccia compagnia. Dopo aver terminato l’opera, Geppetto va a dormire ma, prima di addormentarsi vede, in cielo una stella luminosa, non una qualunque, ma la spendente stella dei desideri.
    Guardando attraverso la finestra il magico astro, il falegname esprime un desiderio: “Stellina fatata d’argento ammantata, che brilli nel cielo, fa in modo fatina che il sogno si avveri. Figaro, sai cosa ho desiderato? Ho chiesto che il mio Pinocchio diventi un bambino vero”. Poi, guardando amorevolmente la marionetta, sospira rivolto verso Figaro: “Non sarebbe bello?”.
    Un Grillo, capitato per caso nella casa del falegname, risponde: “Un pensierino delizioso, ma niente affatto pratico”.
    Geppetto costruisce Pinocchio, illustrazione dell’artista Carlo Chiostri:


    [​IMG]La stella dei desideri, che era in realtà la Fata Turchina, ascolta le parole del falegname e decide di esaudire il suo desiderio, ma solo in parte: trasforma Pinocchio in un burattino vivente che, aiutato dal saggio Grillo Parlante (la coscienza della marionetta), deve dimostrare di essere degno di diventare un bambino vero.
    Questa deliziosa storia animata su un allegro burattino che vuole diventare un bambino in carne e ossa, raccontando le monellerie di Pinocchio, e le diverse tentazioni alle quali non riesce a sottrarsi, vuole essere un insegnamento, rivolto a bambini e ragazzi, sui giusti comportamenti da seguire.
    Pinocchio incontra il Gatto e la Volpe


    [​IMG]Il libro originale Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, scritto da Carlo Collodi e uscito a puntate nel 1881, era tutt’altro rispetto alla versione edulcorata di Walt Disney. Lo scopo dell’autore era, tra l’altro, quello di raccontare quanto possa essere difficile e “niente affatto pratico” essere il genitore di un ragazzino capriccioso.
    Carlo Collodi


    [​IMG]Collodi, che nella realtà non divenne mai padre, aveva scritto una storia piuttosto crudele, cosa non inconsueta per l’epoca: basti pensare alle opere di Charles Dickens o alle favole dei Fratelli Grimm come Biancaneve, Cenerentola o il Pifferaio Magico.
    Pinocchio era un “infelice ragazzo”, piuttosto difficile da educare, che potrebbe essere una contrapposizione al bambino descritto dal filosofo francese Jean Jacques Rousseau nel suo Emile o dell’educazione. Nella sua rivoluzionaria opera pedagogica, Rousseau propone un tipo di educazione che consenta ad un ragazzo di imparare dalla proprie esperienze, anche negative: “lasciate che non imparino niente dai libri, che possano imparare dall’esperienza”. Come Pinocchio, che si rifiutava di andare a scuola, preferendo seguire invece i propri impulsi e desideri, sempre piuttosto contrastanti con una “buona educazione”: disubbidisce al padre che lo ama incondizionatamente, racconta bugie, marina la scuola, scappa di casa per seguire falsi amici.

    Perché il burattino si comporta così? Perché impulsivamente sceglie di ignorare i consigli degli adulti (Geppetto) e la sua maggiore esperienza.
    Geppetto veste Pinocchio

    [​IMG]Rousseau sosteneva che un bambino deve imparare dalla natura, sotto la guida di un precettore, che lo segua e lo indirizzi nel suo percorso di crescita. Pinocchio invece, dopo aver ucciso la propria coscienza, schiacciando il Grillo contro un muro, ignora totalmente tutti i buoni consigli dati da Geppetto, facendo scelte sconsiderate e talvolta malvagie, che alla fine lo portano ad essere impiccato ad un albero, proprio da quei falsi amici di cui si fidava.

    Perché il finale originale della storia era proprio questo: il burattino finiva appeso ad una quercia, impiccato dal Gatto e la Volpe
    Pinocchio impiccato ad una quercia dal Gatto e la Volpe, travestiti da banditi

    [​IMG]Le proteste dei lettori indussero Collodi a cambiare il finale, ma Pinocchio rimane comunque una favola piuttosto amara: il burattino patisce molte volte per le conseguenze delle sue azioni, finendo derubato, picchiato, rapito, legato alla catena come un cane, perennemente sconfitto e affamato.
    Pinocchio schiaccia il Grillo Parlante con un martello


    [​IMG]E’ per definizione un monello ingrato, non ci sono dubbi; e la sua è una storia complessa, a dir poco. Il libro, anziché essere una guida per genitori amorevoli, mirava piuttosto a descrivere le difficoltà che segnano il complesso legame padre-figlio, nel tentativo di dimostrare quanto un amore incondizionato possa nuocere alla crescita equilibrata di un ragazzo.
    La Fata Turchina salva Pinocchio


    [​IMG]
    La Disney invece diede vita ad una storia dolce e commovente, su un bambino ingenuo che avrebbe dovuto ascoltare maggiormente il genitore. Quello raccontato da Collodi era, secondo Walt Disney, un ragazzo irrispettoso che viene torturato e quasi ucciso a causa della propria ignoranza: un personaggio non adatto ad esser mostrato a dei bambini. Era molto più indicata invece la figura di un ragazzino ingenuo, che quando impara ad essere coraggioso e sincero trova la propria salvezza.
    Pinocchio secondo Disney


    [​IMG]Indubbiamente una storia molto più facile da proporre alle masse, che risultò più facilmente apprezzabile dalle persone di tutto il mondo. L’epoca dell’educazione rigida, fatta di esempi terrificanti (per i bambini) stava giungendo al termine in favore di un’educazione più moderna, e Disney fu l’interprete più efficace di questo passaggio generazionale. Pinocchio, che fu il suo secondo lungometraggio dopo quasi un decennio passato a realizzare magnifici corti (le Sinfonie Allegre) probabilmente segnò un punto di svolta nella percezione di un nuovo metodo educativo, un film di facilissima intelligibilità che mostrava concetti complessi come la coscienza, la punizione in seguito all’errore, il destino avverso e, infine, anche la morte.
     
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  20. Jet-Jumbo

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