Italia! Il più bel paese del mondo

Discussion in 'Sezione Italiana' started by Air-Base, Apr 3, 2017.

Dear forum reader,

if you’d like to actively participate on the forum by joining discussions or starting your own threads or topics, please log into the game first. If you do not have a game account, you will need to register for one. We look forward to your next visit! CLICK HERE
  1. GoSood

    GoSood User

    Ciao ragazzi, sono nuovo al gioco e sono livello 11 dopo aver giocato due giorni, non è che potreste aggiugermi come amico e mandarmi qualche aereo ogni tanto? Mi sto impegnando per crescere il più velocemente possibile, grazie e buon game!
     
  2. embriaco

    embriaco User

    ciao GoSood,
    siamo su questo sito per questo motivo,
    facci gentilmente sapere anche il tuo Id, sarai contattato da alcuni amici ( e relative richieste di amicizia da accettare ) ed invitato nel forum italiano creato ad hoc
    cerca skyitalia.forumfree.it ed iscriviti senza problemi, molti amici ti aiuteranno a crescere velocemente....
    a presto
    _caramon_ ti contatterà
    embriaco
     
  3. olandiano

    olandiano User

    Siamo pronto per te GoSood, fa come lo dice embriaco..e tu arriva in un settimana a livello 30 o di piu...Ti aspettiamo..
     
    Jet-Jumbo, miki1570 and embriaco like this.
  4. embriaco

    embriaco User

    [​IMG]
    ...
    [​IMG]
    ..
    [​IMG]
     
    Last edited: Jul 6, 2017
    Jet-Jumbo, miki1570 and olandiano like this.
  5. olandiano

    olandiano User

    [​IMG]
     
    Jet-Jumbo, miki1570 and embriaco like this.
  6. embriaco

    embriaco User

    [​IMG]
    ..
    [​IMG]
    ..
    [​IMG]
     
    Last edited: Jul 9, 2017
    miki1570 and olandiano like this.
  7. olandiano

    olandiano User

    [​IMG]
     
    Jet-Jumbo, miki1570 and embriaco like this.
  8. embriaco

    embriaco User

  9. olandiano

    olandiano User

    [​IMG]
     
    Jet-Jumbo, miki1570 and embriaco like this.
  10. Viva Italiano!
     
  11. embriaco

    embriaco User

    ... Favourite dishes : beetroot soup with dumplings, spaghetti bolognese....

    Spaghetti alla Bolognese

    [​IMG]
    Preparation Method

      • Heat the olive oil in a wok or large, deep frying pan. Crumble the beef mince into the pan and stir-fry over a high heat for 2 minutes to break up the meat and brown it.
      • Add the onion, carrot, celery and garlic. Stir over a medium heat for 1 minute, then add the chopped tomatoes and the pasta. Stir well, then add the oregano and seasoning. Cook over a medium heat so that the sauce boils gently, stirring occasionally, for 15 minutes or until thick.
      • While the sauce is cooking, drain the Slim Pasta Spaghetti and rinse 2-3 times thoroughly under running water. Boil in water for 2-3 minutes or heat in microwave for 1 minute. Drain and turn into a warmed serving bowl.
      • Taste the sauce and adjust the seasoning, then pour over the hot pasta. Toss gently and serve immediately with grated Parmesan cheese.

    • Ingredients
      • Tablespoon of olive oil
      • 250g lean minced beef
      • Large onion, finely chopped
      • 1 carrot, peeled and finely chopped
      • 1 celery sticks, finely chopped
      • Garlic cloves, crushed
      • 200g can chopped tomatoes
      • 225g tomato pasta
      • A good pinch of dried oregano, or to taste
      • 200g Slim Pasta® Spaghetti
      • Grated Parmesan cheese, to serve
     
    Jet-Jumbo, miki1570 and olandiano like this.
  12. embriaco

    embriaco User

    [​IMG]
    ..
    Chi era Pancho Villa

    Uno dei personaggi più famosi della storia del Messico venne ucciso 94 anni fa, dopo una vita avventurosa

    [​IMG]
    Il 20 luglio del 1923, l’ex bandito, ex rivoluzionario e per breve tempo possidente terriero Francisco “Pancho” Villa venne assassinato nella sua automobile in una città nel nord del Messico. Fu colpito da otto proiettili e venne ritrovato, ormai morto, con la mano tesa verso la pistola. Per dieci anni era stato uno degli eroi più controversi della lunga e rocambolesca rivoluzione messicana ma, tre anni prima di essere ucciso, aveva fatto pace con il governo, abbandonando la vita del guerrigliero e ritirandosi in una grande villa donatagli dal nuovo presidente del paese.

    [​IMG]

    [​IMG]
    [​IMG]
    [​IMG]
    [​IMG]
    [​IMG]
    Francisco “Pancho” Villa nacque nel 1878 da una famiglia di poveri contadini. Secondo un racconto che lui stesso fece successivamente, quando aveva sedici anni uccise il proprietario di una grande fattoria – una di quelle che all’epoca si chiamavano haciendas – che aveva stuprato la sorella. Per sfuggire alla giustizia si rifugiò sulle montagne a nord del Messico e si unì a un gruppo di banditi.
    Al di là di questo episodio, messo in dubbio dagli storici, di sicuro c’è che, ancora piuttosto giovane, Villa divenne uno dei criminali più famosi del nord del Messico. Guidava una banda piuttosto numerosa di ex contadini e altri fuorilegge. I suoi nemici principali erano i grandi proprietari di haciendas e questo gli procurò una certa fama tra i contadini più poveri e tra gli abitanti dei villaggi espropriati delle loro terre per fare largo ai grandi latifondi: ancora oggi, nell’immaginario popolare messicano, è celebrato come un difensore dei deboli.
    Nel 1910 iniziò a partecipare alla rivoluzione messicana, che durò dieci anni e vide succedersi attraverso battaglie, colpi di stato e complotti un gran numero di presidenti, dittatori e generalissimi. La prima fase della rivoluzione cominciò quando il generale Porfirio Diaz, che, pur con qualche pausa, era al potere da 30 anni, vinse le elezioni battendo Francisco Madero, un ricco proprietario terriero. Madero accusò Diaz di aver truccato le elezioni e, con l’appoggio di altri latifondisti, iniziò una rivolta armata.
    Madero promise che, una volta ottenuto il potere, avrebbe attuato una riforma agraria e così ottenne l’appoggio di una larga maggioranza di piccoli proprietari agrari e di contadini espropriati delle loro terre che entrarono a far parte del suo esercito rivoluzionario. Tra i primi ad appoggiare Madero ci fu anche Villa, che venne convinto da un emissario di Madero a schierare la sua banda di briganti con le forze rivoluzionarie.
    Per tutti gli anni successivi Villa continuò a guidare la sua banda di briganti e guerriglieri sulle montagne a nord del Messico, sconfiggendo più volte l’esercito di Diaz, fino a diventare in concreto il padrone dello stato messicano del Chihuahua. Anche se non era sempre chiaro il confine tra le attività che Villa intraprendeva come generale rivoluzionario e quelle che compiva come capo di un banda di briganti. In quegli anni gli Stati Uniti appoggiavano apertamente Madeiro e Villa, che operava nelle zone non lontane dal confine, venne più volte rifornito di armi e munizioni dall’esercito americano. Villa e un altro generale, Emiliano Zapata, che guidava le armate ribelli nel sud del paese, apparivano sui giornali americani dipinti come una coppia di romantici ribelli.
    La rivoluzione intanto proseguiva: Madeiro sconfisse Diaz, ma deluse le aspettative dei piccoli proprietari terrieri e quelle di molti capi guerriglieri, come Villa e Zapata. Prima che i suoi generali potessero ribellarsi, Madeiro venne assassinato da un altro generale, Victoriano Huerta, che si proclamò presidente. La guerra civile ricominciò nuovamente contro il nuovo presidente, con Villa di nuovo sulle sue montagne alla guida della sua banda di briganti e Zapata ed altri generali a sud.
    L’esercito di Villa cresceva e diminuiva a seconda delle sue fortune nella guerra. Dopo qualche sconfitta si riduceva a una piccola banda di poche decine o centinaia di uomini che tornava a darsi al brigantaggio. Qualche vittoria contro le forze governative riportava con lui parecchi soldati, permettendogli di tornare di nuovo a minacciare le grandi città e le basi militari.
    Nel 1916, dopo una di queste sconfitte, la banda di Villa fece un’incursione negli Stati Uniti, che nel frattempo avevano deciso di appoggiare un altro presidente e di tagliargli i rifornimenti. Villa rubò delle armi da un deposito militare e gli Stati Uniti inviarono una spedizione a dargli la caccia – fu la prima volta che l’esercito americano utilizzò aerei e camion in un’operazione militare.
    Villa riuscì a fuggire, ma molti dei suoi comandanti furono uccisi. Senza gli aiuti americani la guerriglia era diventata quasi impossibile. Nel 1919 venne assassinato l’altro famoso comandante dei guerriglieri, Zapata, e Villa rimase uno dei pochi ad opporsi al governo dell’ennesimo nuovo presidente, Venustiano Carranza. Quando anche Carranza, che Villa considerava un nemico personale, venne assassinato da alcuni rivali politici, Villa fece sapere al nuovo governo di essere disposto a ritirarsi dalla guerriglia in cambio di un’amnistia.
    Villa depose le armi nel 1920 e si ritirò in una grande hacienda di 25 mila acri (un centinaio di chilometri quadrati) donatagli dal governo – che gli elargì anche una cospicua pensione annua. Tre anni dopo venne ucciso mentre si stava recando nella città di Parral, vicino alla sua proprietà. Non si sa chi o perché decise di uccidere Villa, ma le versioni principali sono due. Secondo alcuni, Villa venne ucciso da un rivale politico perché aveva deciso di candidarsi a presidente del Messico. Secondo altre teorie, dietro il suo assassinio c’era una faida familiare cominciata durante la rivoluzione.
    Grazie alla sua storia avventurosa, oggi Pancho Villa è famoso come uno dei grandi eroi della rivoluzione messicana. Gli sono stati dedicati numerosi film (l’ultimo, diretto da Emir Kusturica, ed anche parecchie statue, che lo raffigurano al galoppo, con la pistola in mano e il classico sombrero che gli svolazza alle spalle
     
    Last edited: Jul 10, 2017
    Jet-Jumbo, miki1570 and olandiano like this.
  13. _caramon_

    _caramon_ User

    [​IMG]
     
  14. embriaco

    embriaco User

    ....cosa difficilmente credibile per una donna........sei forse malata ??????
     
  15. olandiano

    olandiano User

    Embri e Caramon

    [​IMG]
     
  16. embriaco

    embriaco User

  17. Thank you very much:)
     
  18. embriaco

    embriaco User

  19. olandiano

    olandiano User

    [​IMG]
     
    Jet-Jumbo, embriaco and firehawk69 like this.
  20. embriaco

    embriaco User

    La Guerra dei Farrapos: Giuseppe Garibaldi e la Secessione Brasiliana
    [​IMG]Premessa
    Fondamentale prima una piccola premessa geopolitica per inquadrare l’argomento che vogliamo proporre agli appassionati di storia. Possiamo suddividere il Brasile in 4 Nazioni distinte, per etnia, usi e costumi. La prima a nord e consiste nel territorio amazzonico, rurale e nativo; la seconda comprende grossomodo lo stato di Bahia ed è puramente di origine africana. Essa infatti fu un tempo il centro del traffico di schiavi e la culla della cultura africana in Brasile; qui sono pratiche comuni la capoeira, la samba e la cucina è di chiara impronta africana occidentale. Anche i nativi del luogo si sono mischiati agli africani generando una etnia tipica di Bahia, i cafusa.
    La terza, di cui parleremo qui, è il Sud, comprendente gli stati di Paranà, Santa Caterina e Rio Grande. A larga maggioranza europea, è infatti abitata unicamente da gente proveniente da Italia, Germania e Portogallo e dal clima mediterraneo. La quarta, che potremmo definire il Brasile “vero e proprio”, ovvero quello che abbiamo nell’immaginario collettivo delle metropoli come Rio de Janeiro e San Paolo, è abitato in buona parte da creoli e meticci.
    [​IMG]I Farrapos
    Questa breve premessa ci è servita come introduzione per parlare della Guerra dei Farrapos, letteralmente “guerra degli straccioni“, così chiamata dall’imperatore del Brasile, Dom Pedro II, in segno di totale disprezzo verso il Popolo, la piccola borghesia e gli intellettuali rivoluzionari della Repubblica Riograndense. La rivoluzione ha luogo in un contesto storico e politico ben preciso. Nel 1835 il Brasile è indipendente dal Portogallo da poco più di un decennio, e sta espandendo quello che sarà il più grande impero delle Americhe, l’Impero del Brasile (1822-1889). Quando, nel 1831, fu ormai chiaro che l’Assemblea Costituente avrebbe votato una costituzione che limitasse i poteri dell’imperatore, lo stesso reagì accerchiando l’assemblea e la sciolse. Ciò provocò diverse sommosse, sempre debellate e represse, soprattutto al sud e nordest, territori principalmente europei. Gli abitanti degli stati attuali del sud (Rio Grande, Santa Caterina, Paranà) si organizzarono contro le esose tassazioni imperiali, lo sfruttamento intensivo della loro terra e l’allontanamento dalla madrepatria europea, cui i riograndesi erano molto legati per discendenza, cultura e commercio.
    [​IMG]
    Antônio de Sousa Neto
    Dopo varie rappresaglie imperiali, si costituì, proclamata da Antonio de Sousa Netto nel 1836 e fino al 1845, la Repubblica Riograndense. Nel frattempo Giuseppe Garibaldi era sbarcato a Rio de Janeiro tra il Novembre e il Dicembre del 1835. Luigi Pruneti ci aiuta ad inquadrare il clima di inizio guerra: “Esplose pertanto la cosiddetta Guerra dos farrapos che registrò all’inizio significativi successi per i lealisti: Porto Alegre fu conquistata e nel 1836 venne catturato e imprigionato Bento Gonçalves. Bisognava quindi correre in difesa della pereclinante Repubblica. A Garibaldi balenò l’idea di armare una nave per fare la guerra di corsa. Aveva già pensato di dedicarsi a questa attività predando, in nome di Mazzini, legni asburgici e sabaudi. Aveva difatti scritto all’Apostolo: “dimenticavo cosa di non poca importanza, cioè se degno ne credete e che si possa inviarmi una o più lettere di Marca, oppure una autorizzazione vostra, per correre sopra le nemiche bandiere Sarda ed Austriaca; e non credete sia chimerico questo progetto … Lettere di Marca, per Dio, e ordine al più pronto su ciò che dobbiam fare” . Richiesta abbastanza pittoresca la sua dato che era ben difficile considerare la Giovane Italia un paese sovrano. Il problema comunque non si pose per la mancata risposta di Mazzini , arrivarono invece il 14 Novembre del 1836, firmate dal generale Joao Manoel de Lima y Silva , le sospirate patenti del Rio Grande con le quali si autorizzava ad “incrociare liberamente per tutti e qualunque mare e fiumi sui quali navighino navi da guerra e mercantili del Governo del Brasile e dei suoi sudditi, con podestà di appropriarsene e prendere con la forza delle sue armi, essendo considerate buona preda, in quanto ordinata da autorità legittima e competente. Il Nostro approntò a tal punto una garopera da venti tonnellate, battezzata “Mazzini” la quale, l’8 maggio del 1837, lasciò Rio per “sfidare un impero”.
    [​IMG]Su pressione dei molti italiani riograndesi, devoti mazziniani e patrioti, Giuseppe Garibaldi venne nominato “Corsaro contro l’impero” e patrono della secessione dal Brasile. Insieme a Luigi Rossetti, altro patriota italiano in esilio, solcherà i mari con il Tricolore Riograndense (striscie diagonali rispettivamente Verde, Rosso, Giallo), e dopo aver catturato un brigantino brasiliano otterrà il comando delle forze navali della Repubblica, che assunse anche il motto della Giovane Italia. È solo l’inizio dell’impegno del Condottiero italiano per la causa Riograndense, che metterà a segno imprese degne di un Eroe. Tra le tante si cita quella di due navigli insorti ma bloccati in una laguna, giacché le forze imperiali controllavano lo sbocco sull’oceano. Garibaldi fece requisire cento buoi e attaccare delle ruote ai navigli repubblicani, trainandoli per diverse decine di chilometri fino all’Atlantico. Durante una di queste imprese pare conobbe Anita Ribeiro, che sarà sua compagna fino alla morte.
    Nella tragica notte del 23 novembre 1840, durante una cruentissima battaglia, Luigi Rossetti troverà la morte, e con la contemporanea sconfitta politica e militare di Gonçalves in Brasile, Garibaldi e Anita decideranno di partire verso l’Uruguay (dopo un primo ritorno in Brasile, vi ritorneranno in via definitiva nel 1841). La Repubblica di Rio Grande do Sul ha già subito gravi ripercussioni. A resistere fino alla fine rimarrà un altro amico dell’eroe dei due mondi: Francesco Anzani.
    Tuttavia le ingenti perdite di vite della Repubblica Riograndense, il richiamo del Risorgimento Italiano e la superiorità militare dell’impero brasiliano impedirono la resistenza e costrinsero i secessionisti alla firma di un trattato di pace, chiamato Trattato di Ponche Verde. Il 1 marzo 1845 infatti la Repubblica Riograndense, secessionista, fu dichiarata sconfitta.
    I punti principali del trattato furono i seguenti:
    • incorporazione del territorio della Repubblica nell’Impero del Brasile, e di conseguenza anche del suo esercito;
    • possibilità per il popolo riograndese di scegliere il presidente di quella che non sarebbe divenuta che una semplice provincia dell’Impero e quindi notevolmente ridimensionata;
    • assunzione dei debiti della Repubblica da parte dell’impero ed imposizione di una tassa del 25% per le importazioni dirette nel territorio riograndese.
    Le 12 clausole originali del trattato siglato il 28 febbraio 1845 erano queste:
    Art. 1° – Fica nomeado Presidente da Província o indivíduo que for indicado pelos republicanos.
    Art. 2° – Pleno e inteiro esquecimento de todos os atos praticados pelos republicanos durante a luta, sem ser, em nenhum caso, permitida a instauração de processos contra eles, nem mesmo para reivindicação de interesses privados.
    Art. 3° – Dar-se-á pronta liberdade a todos os prisioneiros e serão estes, às custas do Governo Imperial, transportados ao seio de suas famílias, inclusive os que estejam como praça no Exército ou na Armada.
    Art. 4° – Fica garantida a Dívida Pública, segundo o quadro que dela se apresente, em um prazo preventório.
    Art. 5° – Serão revalidados os atos civis das autoridades republicanas, sempre que nestes se observem as leis vigentes.
    Art. 6° – Serão revalidados os atos do Vigário Apostólico.
    Art. 7° – Está garantida pelo Governo Imperial a liberdade dos escravos que tenham servido nas fileiras republicanas, ou nelas existam.
    Art. 8° – Os oficiais republicanos não serão constrangidos a serviço militar algum; e quando, espontaneamente, queiram servir, serão admitidos em seus postos.
    Art. 9° – Os soldados republicanos ficam dispensados do recrutamento.
    Art. 10° – Só os Generais deixam de ser admitidos em seus postos, porém, em tudo mais, gozarão da imunidade concedida aos oficiais.
    Art. 11° – O direito de propriedade é garantido em toda plenitude.
    Art. 12° – Ficam perdoados os desertores do Exército Imperial.

    Terminò così il sogno di questa Repubblica squisitamente di stampo europeo ed italiano in terra sudamericana. Sogno però, non dimenticato in quanto tutt’ora nel territorio che fu della Repubblica (Rio Grande, Santa Caterina, Paranà) c’è un forte sentimento secessionista e di distacco nei confronti del Brasile, essendo il sud un territorio rimasto isolato ma anche molto operoso, con villaggi che spaziano dallo stile tipicamente bavarese a quello italiano e mediterraneo.
    [​IMG]Concludiamo l’articolo con un breve estratto di un saggio di Annita Garibaldi Jannet pubblicato nel 2005, paragrafo che verte sul ruolo della Carboneria e della Massoneria in questo frangente: “Un ruolo altrettanto rilevante del mazzinianesimo hanno avuto i carbonari e massoni, che trovano nel sud del Brasile un terreno fecondo. Dispersi e non organizzati, anche loro troveranno nella “Giovine Italia” un nuovo movente di aggregazione che li rafforzerà. Tra loro troviamo senz’altro Livio Zambeccari, consigliere e segretario di Bento Gonçalves. Zeffiro Ciuffoletti e Sergio Moravia spiegano che gli elementi di distinzione fra Massoneria e Carboneria sarebbero da rintracciare nel fatto che la prima fu laica e anticlericale, mentre la seconda fu pervasa da un profondo sentimento religioso che mutuò molti dei sui simboli e dei suoi rituali dalla liturgia e dalla storia cristiana. Nelle file dei carbonari, come si sa, la presenza dei religiosi fu assai elevata. La Massoneria inoltre, per lo meno a livello statutario, non si occupava di politica e rispettava le istituzioni monarchiche vigenti, mentre la Carboneria nasceva come strumento di azione politica e si batteva per l’instaurazione di governi democratici e costituzionali. Evidente, fin dalle origini, fu la sua aspirazione a trasformarsi in una struttura politica pulita e aperta.
    Ricordiamo quindi con rispetto la Repubblica Riograndese e al suo motto, che fu il mazziniano “libertà-uguaglianza-umanità” e speriamo che l’articolo serva da stimolo per nuovi approfondimenti circa la storia del Sudamerica nei secoli XVIII e XIX, storia fin troppo misconosciuta e poco approfondita nei circuiti tradizionali (si suggerisce a titolo di esempio l’articolo di Guilherme D’Andrea Frota sulla presenza italiana nella rivoluzione dei Farrapos . In calce al nostro articolo riportiamo disponibile in pdf il testo completo della Costituzione della Repubblica Riograndense Constituição de 1843 da República Rio-Grandense)
     
    Jet-Jumbo, miki1570 and olandiano like this.